L’Orchestra presenterà come prossimo appuntamento sabato 12 Aprile, nella preziosa cornice della Chiesa di Santa Marta in Lecco, una speciale produzione con l’esecuzione delle ultime sette parole di Cristo sulla croce di Franz Joseph Haydn, sotto la direzione del M° Alessandro Calcagnile e con la voce recitante di Matteo Castagna.
Nel 1786 Franz Joseph Haydn descrive così la sua composizione: «Circa quindici anni fa mi fu chiesto da un canonico di Cadice di comporre della musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all’altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine ogni discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci minuti l’uno senza annoiare gli ascoltatori: a dire il vero mi fu quasi impossibile rispettare i limiti stabiliti».
Nasce così la Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto. Haydn ha sempre considerato questa composizione come uno dei suoi lavori migliori tanto da indurlo a preparare nel 1787, una trascrizione per quartetto d’archi Hob:XX:2.
La prima esecuzione ebbe luogo presumibilmente il Venerdì Santo del 1786, si articola in sette sonate in tempo lento che meditano sulle ultime frasi pronunciate da Cristo sulla croce, precedute da una maestosa introduzione e concluse con un Presto che descrive il terremoto che sconvolse il Calvario come racconta il Vangelo di Matteo. Quando l’editore Artaria pubblica il lavoro Haydn fa inserire all’inizio di ogni sonata il testo delle sette parole sotto la parte del primo violino, per far concentrare gli esecutori sul contenuto di quanto suonano.
In questa versione sarà eseguita l’opera dall’Orchestra di Bellagio e del lago di Como il 12 aprile prossimo nell’ambito della Rassegna Orchestrale della città di Lecco.
L’appuntamento del giorno successivo, invece, 13 Aprile a Bellagio alle ore 16.30 presso la Basilica di San Giacomo vedrà la presentazione di un’altra opera capolavoro del periodo pasquale con lo STABAT MATER di G. B. Pergolesi.
La composizione fu commissionata all’autore quasi sicuramente nel 1734 dalla laica Confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, proprio per officiare alla liturgia della Settimana Santa, dovendo sostituire idealmente la precedente versione di Alessandro Scarlatti, commissionata dalla medesima confraternita vent’anni prima ed eseguita dall’Orchestra il 6 aprile scorso a Bellagio, presso la Chiesa dei SS. Materno e Ambrogio.
La tradizione vuole che l’opera sia stata scritta nelle ultime settimane di vita del compositore e completata il giorno stesso della morte di Pergolesi (16 marzo 1736). Non si sa se questo aneddoto sia vero ma, da quanto si rileva dallo studio dell’autografo,, l’autore ebbe una grande fretta di scrivere, confermata da numerosi errori tipici di chi ha poco tempo davanti a sé e dalla scritta in calce “Finis Laus Deo”, quasi a mostrare il sollievo per aver avuto il tempo necessario per concludere l’opera.
La fonte di informazioni più antica sullo Stabat Mater del Pergolesi è costituita da un manoscritto, rimasto inedito, compilato intorno al 1820 da Giuseppe Sigismondo (1739-1826) che nel 1791 divenne archivista bibliotecario del Conservatorio della Pietà dei Turchini. Il manoscritto in cui fece confluire le sue ricerche, intitolato Apoteosi dell’arte musicale del Regno di Napoli, abbozza una storia della musica partenopea e descrive con dovizia di particolari l’ambiente musicale napoletano della seconda metà del ‘700, di cui l’autore fu testimone diretto. Il manoscritto contiene anche un Elogio di Giambattista Pergolesi che delinea una biografia del compositore e riferisce sulla genesi e sulla commissione dello Stabat Mater.
A realizzare la produzione le voci di Consuelo Gilardoni (soprano) e Marina Serpagli (mezzosoprano), con l’Orchestra di Bellagio e del lago di Como diretta sempre dal direttore musicale, M° Alessandro Calcagnile.
I concerti sono ad ingresso libero.